Bich. La rivoluzione dell'usa e getta

Bich. La rivoluzione dell’usa e getta

A volte il successo è legato a piccole invenzioni. Questa affermazione poteva tranquillamente essere fatta propria da un geniale imprenditore del ‘900, Marcel Bich. In pochi forse sanno che Bich, di origini valdostane e poi naturalizzato francese, è in realtà nato a Torino. Una targa in corso Re Umberto, nella casa natìa, ricorda colui che “semplificò la quotidianità della scrittura”. La grande svolta nella sua vita giunge infatti nel 1953, quando viene a conoscenza dell’invenzione – fino ad allora di scarso successo commerciale – dell’ungherese László József Bíró. Un’invenzione che, nelle mani esperte di Bich (il quale ne rileva il brevetto), si trasforma letteralmente in un fenomeno di massa, nell’oggetto che ognuno di noi ha tenuto per le mani chissà quante volte. Parliamo ovviamente della penna a sfera (“biro” o, semplicemente, Bic, come verrà commercializzata), la quale in breve tempo, grazie al suo basso costo, alla sua semplicità e praticità, inizierà sempre di più a sostituire le penne stilografiche. Ma l’attività imprenditoriale dell’azienda non si ferma qui. La rivoluzione della semplicità e dell’economicità investe altre due sfere della nostra vita quotidiana: l’accendino senza ricarica e il rasoio usa e getta formano, insieme alla penna a sfera, una triade di invenzioni pratiche ed economiche che hanno fatto la fortuna imprenditoriale di Marcel Bich. Grandi storie di piccole invenzioni di successo.

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